Venerdì sera il sole è entrato nella porta 7 del Ruolo del Sé, la prima delle sedici porte del Mandala del Rave che costituiscono il Quarto della Dualità.
Questo è il quarto delle relazioni, dei legami, e qui più che mai ci si confronta con la grande sfida del rapporto con l’altro: trovarsi faccia a faccia con le proprie più grandi paure ( la seconda parte del quarto include tutte e 7 le porte del centro della milza ), paure dell’altro, pregiudizi su chi non conosciamo per nulla o sugli aspetti più oscuri di coloro con cui abbiamo a che fare quotidianamente, ma anche paura della nostra inadeguatezza di fronte a loro, paura che nel vederci per quello che siamo realmente se ne vadano e rompano il vincolo lasciandoci soli, il timore, terrore dell’abbandono.
La risposta impulsiva e omogeneizzata a queste paure è di solito l’afferrarsi all’altro e scendere a compromessi a tutti i costi, rinunciando alla propria individualità, alle proprie necessità e alle proprie ‘stranezze’ per mantenere una facciata, una maschera, il proprio ruolo di persona devota e dedita al legame in termini assoluti e pronta al sacrificio pur di mantenere la fertilità dell’unione.
Del resto è grande il potere narcotico di una apparente sicurezza che si sente l’uno nelle braccia dell’altro, quel momento perfetto che fa dimenticare in fretta tutto lo stress che deriva dal negare e nascondere gli aspetti di noi stessi di cui ci vergogniamo o che temiamo e condanniamo.
La realtà è che non siamo mai al sicuro, ne da soli ne insieme. Imparare a convivere e accettare questa incertezza è la più grande lezione che possiamo imparare dal rapporto con l’altro. Il potenziale di fertilità di un legame si rivela quando si ritorna a non dar nulla per scontato e/o dovuto e l’altro diventa così un catalizzatore che ci aiuta a riconoscere e affrontare i fantasmi della nostra propria consapevolezza, invece di un surrogato dell’ala protettiva di nostro padre o di nostra madre.
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